Lotta alla Drosophila suzukii: conclusa la prima stagione dei ''lanci'' della Ganaspis brasiliensis in Trentino
E' stato effettuato l'ultimo lancio del parassitoide per il 2021. A oggi gli allevamenti contano migliaia di esemplari con una produzione mensile di oltre 7.000 individui. Il danno economico da Drosophila in Trentino è apparso rilevante fin dal 2010

TRENTO. Si è conclusa in questi giorni in Trentino la prima stagione di rilasci in campo da parte della Fondazione Edmund Mach della Ganaspis brasiliensis, l'insetto antagonista della Drosophila suzukii, il moscerino asiatico dei piccoli frutti che sta causando ingenti danni alle coltivazioni di piccoli frutti.
Il danno economico in Trentino è apparso rilevante fin dal 2010 in particolare sui piccoli frutti dove si è stimato inizialmente un minor conferimento di prodotto variabile tra il 25 e il 35% della produzione attesa in funzione della coltura (maggiore per mirtillo e lampone). A questo dato deve essere aggiunto l’elevato scarto di prodotto nella cernita in magazzino e le perdite economiche dovute alla scarsa conservabilità del prodotto e alla conseguente necessità di vendere rapidamente il prodotto conferito.
Le prime stime portarono a collocare l’impatto economico complessivo del danno per le produzioni della sola Provincia di Trento attorno ai 3-4 milioni di euro. Negli anni successivi, la maggior consapevolezza del problema e la conoscenza della biologia dell’insetto hanno portato all’adozione di strategie di lotta integrata che hanno permesso quanto meno di ridurre l’impatto di questo fitofago. L’impatto economico complessivo nel biennio 2012/2013 (perdita di prodotto sommata al costo delle strategie di controllo) ammonterebbe a circa 1 milione di euro corrispondenti al 7% del valore della produzione.
L'Italia è stata la prima nazione a ottenere l'autorizzazione ai rilascio di questo parassitoide specifico, importato lo scorso anno dalla Svizzera. "Un risultato prestigioso - spiega una nota della Fondazione Mach - per il nostro Paese, frutto della intensa rete di collaborazioni scientifiche con istituti nazionali e internazionali con i quali sono stati condivisi dati e informazioni utili alla predisposizione della documentazione necessaria".
In occasione dell'ultimo rilascio a Pergine Valsugana, con il presidente Fem, la dirigenza e i tecnici che seguono l'attività in campo, era presente anche l'assessora Giulia Zanotelli che ha definito l'autorizzazione ministeriale e il conseguente rilascio del parassitoide un momento importante dopo tanti mesi di lavoro delle istituzioni.
Ora l'attenzione è rivolta ai monitoraggi in campo per verificare l'insediamento del nuovo insetto e predisporre la dettagliata relazione da inviare al Ministero entro il mese di dicembre 2021. "Nelle ricerche - dice Claudio Ioriatti, dirigente del Centro trasferimento tecnologico - condotte in diversi laboratori statunitensi e quelli europei, questo insetto è risultato, per la sua elevata specificità, il candidato migliore per attivare programmi di lotta biologica".
Sulla base di queste evidenze, sono stati predisposti o sono in corso di preparazione gli studi sulla valutazione del rischio, documenti indispensabili per il deposito della richiesta di autorizzazione al rilascio del parassitoide. In questa corsa all’ottenimento dell’autorizzazione, l’Italia è stata la prima a tagliare il traguardo e per il momento è quindi la sola nazione in cui sia stato consentito il rilascio dell'insetto antagonista della Drosophila suzukii.
Il via libera del ministero della transizione ecologica è arrivato nel mese di agosto e la Fem si è attivata fin da subito con il rilascio in campo in 12 siti, mentre nelle camere di quarantena prosegue l'allevamento e la riproduzione dell'insetto.
La lotta biologica contro la Drosophila suzukii si inserisce, al pari della cimice asiatica, all'interno del progetto Swat finanziato dalla Provincia di Trento. La Fem con il Servizio agricoltura del Pat rappresenta il Trentino nel tavolo nazionale Drosophila suzukii coordinato dal Crea-Dc. Ma ci sono altre regioni che hanno ottenuto l'autorizzazione accanto alle Province di Trento e Bolzano: Veneto, Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Sicilia e Puglia.
A oggi gli allevamenti contano migliaia di esemplari con una produzione mensile di oltre 7.000 individui. Dodici i siti trentini nei quali sono stati rilasciati gli esemplari di Ganaspis, corrispondenti alle aree a maggiore vocazione cerasicola e di piccoli frutti, vale a dire: Valsugana (5 siti), Val d'Adige (4 siti), Vallagarina (1 sito), Valle dei Mocheni (1 sito), Altopiano di Pinè (1 sito).
A seguito dei rilasci del parassitoide è previsto un programma di monitoraggio pluriennale per valutarne in sicurezza gli eventuali impatti sugli ecosistemi locali e l'efficacia nei confronti della Drosophila suzukii. Gli esiti del piano di monitoraggio e una dettagliata relazione saranno trasmessi al Ministero entro il mese di dicembre 2021.
Per effettuare i rilasci di Ganaspis brasiliensis sul territorio è stata necessaria una specifica autorizzazione del Ministero della transizione ecologica, chiamato a valutare l’analisi dei rischi diretti e indiretti legati all’immissione dell’Acb (agente di controllo biologico) sulla biodiversità.
La Fondazione Mach ha predisposto un articolato documento di valutazione del rischio: un dossier di 120 pagine che descrive le caratteristiche biologiche ed ecologiche della specie G. brasiliensis e i possibili impatti sull’ecosistema. Le sette regioni e due province autonome di Trento e Bolzano partecipanti al gruppo nazionale per il lancio dell'antagonista hanno sottoscritto e inviato il 7 maggio la domanda di rilascio al Mite, unitamente allo studio del rischio. L'iter ha previsto un passaggio all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), alle agenzie di protezione ambientale regionali e provinciali (Apra e Appa) ed infine ai Ministeri dell'ambiente e agricoltura.